Diamante, il Venerdì Santo e la Cordata senza Misteri

A Diamante, nel pomeriggio di Venerdì Santo, è tornata la Cordata dei Misteri nel suo percorso originale (lo scorso anno era stato deviato) ma le modalità hanno lasciato scontenti parecchi. A partire dall’orario, le 14.00, troppo presto per permettere un’ampia partecipazione, soprattutto per chi ancora a lavoro. Senza contare la velocità con cui si è arrivati al Calvario: tre ore circa, un vero record storico per una processione (lo scrivo in corsivo perché processione non è, non nell’accezione ordinaria almeno) che di solito dura molte ore e che prevede più soste sia per le tre cadute che, chi raffigura Cristo, effettua durante il percorso, sia per i canti della Passione che i diversi cori intonano gli uni dopo gli altri ma ieri erano solo due i cori presenti alla Cordata. A molti non è sfuggita, poi, l’assenza dei Misteri: il gallo, i chiodi e il martello, la brocca, la spugna, solitamente portati in processione dai bambini.

È molto lo scontento per quella che è stata una tradizione snaturata, quasi come fosse una gentile concessione piuttosto che il momento più sentito da tutti i diamantesi, sia dai religiosi sia da chi religioso non lo è. Nelle retrovie ci si cerca con lo sguardo, ci si capisce al volo. Ci si interroga sul perché di una scelta che ha snaturato tale tradizione ma nessuno conosce la vera risposta. Tutti dicono di essere pronti a partecipare al prossimo comitato per riportare la vera Tradizione; probabilmente come i buoni propositi di Capodanno cadranno nel dimenticatoio fino al prossimo anno quando un ulteriore pezzo di tradizione sarà messo in un angolo ad aspettare il momento in cui un nuovo pescatore, un parroco, un sindaco lo riporterà in vita.

Il metro di paragone non è neanche tanto lontano. A Nocera Terinese, il rito dei vattienti, additato come puro paganesimo, è rimasto sospeso dopo gli anni del Covid, cavalcando il pretesto igienico. Il rito è stato salvato da chi riconosce in esso un tratto identitario distintivo, una tradizione ma anche un attrattore turistico.

Per non rischiare che una tradizione secolare scompaia in una manciata di anni, i giovani hanno preso in mano l’eredità di quei pescatori ma poco spazio sembrano avere nel processo decisionale. Accusati di essere egoisti e noncuranti, sono i giovani a farsi carico di non perdere le radici. Possiamo affiancarli o impedirli nella consapevolezza che impedirli significa allontanarli ancora di più: dalla Chiesa, dalla Città, dalla vita politica.

Al pari di una tarantella ballata in piazza, ad alcuni la Cordata può sembrare puro folklore. In realtà la Cordata dei Misteri è identità e puro misticismo e chi non lo ha capito di certo non può avere voce in capitolo su di essa.

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