B., storia di Resistenza politica a

È morto Silvio Berlusconi.

Si lascia dietro scheletri in molti armadi, domande a cui potremo dare solo risposte supposte, processi senza condannati e senza assolti, dubbi e sospetti.

La Loggia P2, i legami con la mafia, le leggi ad personam, Mediaset, Milano 2, il Gruppo Mondadori, il nodo Mondadori, le frasi discutibili su Mussolini… Silvio Berlusconi è stato anche tutto questo. Dico anche perché sarà stato anche altro. Ma non è la sfera privata, che pur deve essere ricordata anzi è soprattutto quella che deve essere ricordata alla morte di una persona, che ha portato a tale decadenza.

Con lui, con la società mostrata nella vetrina televisiva, ha avuto inizio la decadenza della società e della cultura italiana e la conseguente Resistenza di chi proprio non ce la faceva ad accettare quel vuoto morale e ideologico di ci ancora oggi paghiamo le conseguenze.

B. ha fatto emergere il bipolarismo in Italia, una forma politica basata su Leader forti, carismatici, amati se non da tutt* da molt*. In questo è stato imbattibile. Ha saputo personalizzare così tanto la politica da rendere una Repubblica Parlamentare, di fatto Presidenziale. Ancora oggi si fa fatica a capire che non è la persona che si elegge ma l’organo, non di Governo, ma di Rappresentanza; il Parlamento non il Consiglio. Ancora oggi si parla di rivoluzionare l’ordinamento italiano. Dall’altra parte, gli avversar* diretti di B. hanno cavalcato la sua onda, si sono fatti trascinare ‘in campo’ venendo abbattuti amaramente. Da una parte la persona, dall’altra le scuole di pensiero. Da una parte l’uomo forte al comando, dall’altra il confronto di pensieri espressioni di idee.

Una politica patriarcale, classista, maschilista, svuotata di ideali. Una politica che ha permesso la concentrazione dei maggiori mezzi di informazione nelle mani di un solo uomo. La politica che a quasi legalizzato il falso in bilancio, la politica del legittimo impedimento, quella che ha portato in Parlamento una quota rosa formata ad immagine e somiglianza della tv delle soubrette. La politica sguaiata del “Mr. Obamaaa”, delle corna, del cucù. La politica che ha perpetrato quella cultura patriarcale di donne intorno e pendenti dalle labbra degli uomini.

La politica dell’editto bulgaro con cui scomparvero dalla TV Enzo Biagi, Michele Santoro, Daniele Luttazzi, liberi pensatori e quindi pericolosi, da colpire, da zittire, salvo lasciare ma anzi fomentare quella satira effimera verso di lui, che aleggia ma non tocca la persona e il personaggio. Quella TV che ha prodotto, con immagini sempre più esplicite, la società vuota e vanagloriosa che avrebbe votato e continuato a votare quella politica o che avrebbe portato al completo disinteresse di quella cosa pubblica che riempie le nostre vite quotidiane: dalla spesa al mercato al lavoro.

Sono tante le cose che non sapremo mai; quelle che non sappiamo nemmeno essere nascoste sotto qualche tappeto polveroso. Alla fine è riuscito anche ad avere il più forte legittimo impedimento per processi aperti che non avranno mai un colpevole.

No, non parlo male di B. Da tempo non gli riconoscevo quel ruolo leader di cui si appropriò e che mantenne per decenni. Semplicemente cerco di ricordare quello che gli ho sempre imputato e per cui non potranno esserci ammende: la decadenza sociale, l’impoverimento culturale, la mercificazione dei corpi e lo svuotamento delle ideologie politiche. I problemi di oggi hanno cause di ieri e sono da ricercare anche nelle opere e nelle omissioni di B.

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